A livello politico, il PLR prende atto che la Lega (e l’UDC) si affida a rapporti declamatori e illusori, come se non avesse una responsabilità di governo. In questo senso, verso la presentazione del messaggio sull’introduzione delle due iniziative votate dal popolo lo scorso 28 settembre, ci aspettiamo che i ministri direttamente coinvolti portino in modo chiaro le misure compensative necessarie alla loro entrata in vigore.
Più in generale, in prospettiva, PLR non chiede al Consiglio di Stato di trovare la formula magica per risolvere una situazione oggettivamente complessa, chiede qualcosa di molto più concreto: proposte di riforme di peso, concrete e coraggiose. Negli ultimi anni il Parlamento in questo senso ha mandato parecchi segnali. In particolare su 3 fronti: sui sussidi, perché non possono essere “a vita” e non possono diventare un diritto culturale; sui costi della sanità, dove continuiamo ad alimentare una macchina che cresce più in fretta del reddito di chi la paga; sulla riforma dell’amministrazione, dove sappiamo che possiamo migliorare molto, anche sul fronte della soddisfazione di chi ci lavora.
Questi stimoli non possono rimanere chiusi nei cassetti. Il 2026 deve essere l’anno in cui il Governo si presenta con pacchetti di riforma coraggiosi, concreti e visionari, con un ordine di grandezza che non sia di “qualche milioncino”; non una collezione di micro-misure, ma riforme che guardino davvero negli occhi i numeri del che abbiamo davanti, perché sappiamo che dal 2027 arriveranno oneri strutturali per centinaia di milioni di franchi. Decisioni prese democraticamente, dal popolo cantonale o a livello federale, che dobbiamo - e vogliamo – rispettare.
Il 2026 “anno zero” della sburocratizzazione.
Un settore su cui il PLR insisterà con forza è ad esempio quello della sburocratizzazione. Chiediamo quindi concretamente al governo di:
- Proporre un pacchetto cantonale di sgravio normativo, con obiettivi chiari e l’elenco dei settori interessati;
- Far partire una revisione sistematica di regolamenti e procedure;
- Adottare una strategia di digitalizzazione diffusa e capillare, anche nella mentalità e nell’approccio di qualsiasi ufficio.
Il ruolo fondamentale dei Comuni
Negli ultimi anni abbiamo spesso chiesto ai Comuni “partecipazioni” più importanti nei vari ambiti – sanità, sociale, trasporti, accoglienza dei bambini. Vero, in alcuni ambiti la responsabilità finanziaria è condivisa. Ma se vogliamo essere coerenti, non possiamo limitarci a trasferire costi. Dobbiamo anche trasferire autonomia, libertà di organizzazione, capacità di scelta.
Questo significa ad esempio: dare ai Comuni margini veri nella gestione dei servizi sul territorio che sanno fare bene o evitare di soffocarli con standard e micro-dettagli decisi negli uffici a Bellinzona. Per il PLR, i Comuni non sono semplici “sportelli” dello Stato cantonale: sono la prima casa dei cittadini. Se chiediamo loro di assumersi una quota dei costi, dobbiamo anche riconoscere il loro diritto a fare scelte politiche e organizzative differenziate. Tra l’altro, tante volte potrebbero essere i Comuni a insegnare il buon governo al Cantone. Il 2026 è l’occasione non per aprire questo cantiere, ma definire finalmente un punto a favore del federalismo. E del manifesto che hanno firmato.