Per superare i livelli ci vuole una sperimentazione solida, non un’esperienza approssimativa

Il PLR conferma la propria volontà di superare i livelli, ma a condizione che la scuola possa sperimentare un modello solido, condiviso, approfondito e verificabile. È questo il senso del rapporto di minoranza presentato oggi in Gran Consiglio, che si oppone alla proposta fragile e poco attendibile della maggioranza, che non pone alcuna soluzione al superamento dell’attuale sistema.

Malgrado alcune allusioni ad un PLR ostruzionista a prescindere di fronte alle proposte del DECS, sono decine i messaggi del Dipartimento che hanno goduto e godono del nostro pieno sostegno, che si tratti degli asili nido, della scuola dell’infanzia o della formazione professionale. Sui livelli, invece, siamo semplicemente coerenti: vogliamo superare i livelli, ma solo se la formazione degli allievi ne esce rafforzata. Altrimenti i problemi ritornano.

Uno sguardo al passato

La sperimentazione bocciata nel gennaio 2022, nell’ambito del Preventivo 2023, trovava contrario il PLR poiché:

  • riproponeva il concetto dei laboratori eterogenei, in linea con lo spirito della “Scuola che verrà” bocciata dai cittadini nel settembre del 2018;
  • considerava la 3a media senza accennare minimamente alla 4a media;
  • non prendeva in considerazione i requisiti per l’accesso al post-obbligatorio;
  • sollevava parecchie critiche da diversi attori del mondo della scuola.

Nel giugno 2022 il PLR ha depositato la sua proposta per il superamento dei livelli. Un contributo al dibattito sui livelli, non un diktat, come ripetuto più volte.

La sperimentazione proposta dal DECS

Nell’ottobre 2022 il DECS ha presentato il messaggio concernente una nuova sperimentazione. Se, inizialmente, all’annuncio del messaggio in arrivo, vi è stata apertura e senso di fiducia da parte del PLR, i contenuti della proposta governativa si sono dimostrati ben presto fragili, poco condivisi, per nulla chiari e ancora da approfondire.

In particolare:

  • il perno della riforma – la “codocenza” – è un concetto vago, non chiaro a mente dei direttori e in parte osteggiato dai docenti stessi;
  • la tempistica della sperimentazione è ritenuta dalla quasi totalità degli istituti inverosimile per l’anno 23/24;
  • il fabbisogno di docenti sarebbe tale da mettere in dubbio la futura qualità dell’insegnamento;
  • la riforma proposta non è così dal basso com’è stata venduta. Infatti, vi sono molti docenti, direttori ed esperti di materia contrari o scettici, oltre che non coinvolti.

Il rapporto di maggioranza confonde “esperienza” con “sperimentazione”

Il rapporto di maggioranza improvvisa una manovra politica e propone una soluzione assai fragile: sperimentare volontariamente 4 modelli per un massimo di 6 sedi. Come PLR ci chiediamo come sia possibile, con questa casistica, raccogliere e comparare in maniera attendibile le esperienze e le informazioni. Si vuole in qualche modo correre in soccorso al DECS, stravolgendo tuttavia contenuti e modalità della sperimentazione stessa. Per il PLR, sperimentare male significa ritardare una sperimentazione seria, quindi l’applicazione e generalizzazione di un modello solido, testato, comparato e verificato. Quando si chiede l’approvazione del Parlamento, occorre che il Governo proponga un progetto solido, altrimenti siamo nel campo degli atti di fiducia.

Moltissimi genitori e famiglie insistono sul fatto che sia opportuno abbandonare l’attuale sistema a livelli, ma a condizione che sia previsto un modello solido, capace di migliorare davvero la formazione. Altrimenti il superamento dei livelli ben presto proporrà nuovi ostacoli, nuovi problemi, nuove preoccupazioni per tutti, allievi in primis.

Il PLR si oppone al rapporto di maggioranza non perché intende imporre il proprio modello (v. sopra). Per il bene della scuola si pretende dal Dipartimento e dal Consiglio di Stato un progetto di sperimentazione credibile, circostanziato e che possa migliorare sul serio la capacità di formare e orientare le nuove generazioni.